Spirito di iniziativa e spirito di collaborazione
Gli istituti scolastici autonomi sono chiamati periodicamente attraverso il RAV (rapporto di autovalutazione) ad un monitoraggio funzionale dal quale discendono azioni volte all’aggiornamento dei processi didattici e all’individuazione di traguardi di miglioramento. Lo scorso anno si è svolta una riflessione forse più esigente del solito, che ha guardato al profilo in uscita dei nostri studenti per considerare se lo stavamo dotando di tutte le caratteristiche necessarie al loro percorso accademico o professionale futuro. Abbiamo preso in esame dapprima le competenze disciplinari, osservando che sulla base degli esiti scolastici e delle prove INVALSI queste si confermano solide e rassicuranti, per poi passare ad altre competenze su cui da tempo la letteratura internazionale e la normativa scolastica europea pongono l’accento. Si tratta di competenze trasversali alle discipline quali per esempio l’imparare ad imparare che dovranno permanere e manifestarsi durante l’intero arco della vita professionale e non solo. Su questo piano non ci siamo nascosti un certo ritardo, tipico peraltro dell’impianto liceale legato prioritariamente al valore euristico delle discipline ma poco attento ad osservare come queste si traducono in competenze per la vita.
Tra le tante competenze trasversali prese in considerazione ne abbiamo isolate due dal particolare significato strategico, a nostro avviso essenziali per rispondere alla complessità delle future sfide: queste sono lo spirito di iniziativa e lo spirito di collaborazione.
In verità più che di competenze si tratta di atteggiamenti funzionali a dispiegare tutte le potenzialità dei nostri alunni, il primo puntando sulla fiducia nelle loro capacità individuali, il secondo sul valore aggiunto che può portare alle idee di ciascuno la capacità di condividerle e svilupparle in un gruppo di lavoro.
Le due direttrici di sviluppo e di esercizio didattico hanno dunque diversa natura ma finalità convergenti e possono essere prese in esame sia in una dimensione individuale che sociale
| Spirito di iniziativa | Spirito di collaborazione |
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rispetto a se stessi | Lo spirito di iniziativa personale è l’elemento che consente l’espressione piena della personalità di ciascuno. Ogni studente possiede attitudini e talenti specifici che solo se riconosciuti ed utilizzati producono benessere e realizzazione scolastica. Le loro idee originali e libere rappresentano un tesoro nascosto e il giardino da coltivare didatticamente perché attraverso la fiducia del docente producano frutti creativi | L’atteggiamento di apertura fiduciosa verso gli altri e la disponibilità a dedicare del tempo al loro ascolto e alla condivisione delle idee, rappresenta un elemento di sensibilità e di senso civico importantissimi. Vogliamo incoraggiare il talento individuale ma non l’individualismo, si parte quindi dal rispetto per scoprire che dal confronto con gli altri può scaturire un’energia più potente di quella individuale che la scuola ha il dovere di insegnare a riconoscere |
rispetto alla società | Le società avanzate sia sul piano professionale che su quello della ricerca richiedono il superamento di performances meramente esecutive. Ciascun individuo è chiamato a concorrere ai diversi settori portando un contributo personale che si fonda sulle proprie capacità, dal contributo di ognuno nasce un avanzamento per tutti | Il talento individuale spesso non basta a costruire processi ampi e significativi. I sistemi complessi ci insegnano che un gruppo è molto di più della somma degli elementi che ne fanno parte. La cessione di territorialità di fronte a decisioni comuni produce una moltiplicazione dei punti di vista che accresce la potenza complessiva di qualunque azione |
I due atteggiamenti sono di fatto complementari e consentono il manifestarsi di tutte le altre competenze che la scuola persegue, aprendo la strada alla loro concreta applicazione nella vita personale entro e oltre il perimetro scolastico. Nessuno può più garantire ai nostri studenti certezze rispetto alle prospettive occupazionali e se, come si sente sempre più spesso dire, “il lavoro dovranno inventarselo” diventa cruciale per la scuola il fornire delle occasioni di esercizio e consapevolezza delle proprie autonome capacità. Del resto il profilo disegnato per loro nelle “Linee guida dei Licei” sottolinea, già dal 2009, il ruolo di 4 pilastri che al termine dei 5 anni di studio dovranno garantire agli alunni un atteggiamento razionale, critico, progettuale e creativo, per affrontare la complessità del reale: i nostri due spiriti concorreranno allo sviluppo di tutti, con una particolare indicazione per gli ultimi due.
La decisione di inserirli già da questo anno scolastico nel registro elettronico per una loro valutazione in itinere e periodica è stata assunta dai collegi di indirizzo e confermata da quello unitario. Le valutazioni saranno espresse in livelli di competenze raggiunti, secondo la codifica A: avanzato; B: intermedio; C: base.
L’attribuzione dei livelli si riferirà a momenti diversi dell’esperienza scolastica non limitandosi all’attività d’aula. Durante le lezioni in classe, questa novità rappresenterà uno stimolo per la diversificazione degli approcci metodologici, visto che dalla sola lezione frontale non potranno emergere elementi sufficienti di valutazione e incoraggiamento didattico.
L’osservazione, l’esercizio e la valorizzazione di questi atteggiamenti richiedono infatti, dei contesti di apprendimento variegati nei quali si riconosca agli studenti un ruolo attivo e propositivo da promuovere attraverso problem solving o compiti di realtà da svolgere nell’ambito di percorsi basati sul cooperative learning e la didattica peer to peer.
In considerazione dell’impatto sulla metodologia di insegnamento che resta prerogativa precipua del singolo docente, il ricorso a queste valutazioni per gli insegnanti è da considerarsi facoltativo; la valutazione periodica e finale risulterà dalla media dei voti attribuiti dai docenti che hanno avuto modo di osservare ed esercitare gli atteggiamenti durante la loro attività didattica.
A cura del dirigente, Federico Frati.